Molto spesso l’ansia viene vissuta come qualcosa da eliminare assolutamente, perché certamente non piacevole da provare. Tuttavia, essa ha un’importante funzione: ci dice che c’è qualcosa di molto importante per noi che abbiamo trascurato per qualche tempo e di cui ora dobbiamo occuparci.
In generale, un adeguato livello d’ansia è utile in quanto ci aiuta ad affrontare al meglio una determinata situazione, focalizzando le nostre risorse al raggiungimento di un obbiettivo: ad esempio, prima di affrontare una verifica a scuola o un esame all’università è molto probabile che il nostro corpo si attivi al fine di migliorare la prestazione, producendo cambiamenti fisiologici come tensione muscolare, aumento della pressione sanguigna e dei battiti cardiaci.
Tutte queste reazioni sono simili a quelle che avvengono quando proviamo paura, ma mentre quest’ultima è immediata e solitamente emerge di fronte ad un pericolo reale, l’ansia è più complessa, spesso anticipatoria e si attiva in previsione di eventi temuti o considerati importanti. A tal proposito, se non l’hai ancora fatto, t’invito a leggere l’articolo dove parlo proprio della paura.
Quindi, se un medio livello di ansia migliora la nostra prestazione, cosa succede quando è sotto soglia o al contrario troppo elevata?
Nel primo caso il rischio è di investire troppo poco in quell’attività, impegnandoci meno e ottenendo quindi risultati inferiori.
Quando invece l’ansia raggiunge livelli troppo elevati rischia di bloccare la persona, in qualche caso arrivando ad impedirle di svolgere le sue attività abituali. Ciò che fa preoccupare è soprattutto il fatto di non riuscire a comprenderne la causa: l’ansia infatti sembra emergere (apparentemente) senza un motivo preciso e questo incrementa ancora di più lo stato di agitazione.
Quello che consiglio inizialmente alle persone è di non tentare di combatterla a tutti i costi e quando arriva di lasciarla entrare, accettarla ma non farsi fermare e provare a svolgere comunque le proprie attività quotidiane. Se l’ansia raggiunge livelli molto alti quello che si può fare è tentare di regolare l’attivazione corporea, quindi ad esempio rallentare la respirazione per riportare il corpo ad un livello di maggiore tranquillità. In questo modo anche il cervello sarà meno attivato e coinvolto nel tentativo di spiegarsi il perché di quell’agitazione, e limiteremo così l’arrivo di pensieri negativi.
In terapia scopriremo insieme come dialogare con quest’ansia, interpretandola come se fosse un’amica, con dei modi un po’ burberi che ci vuole parlare.
Cercheremo di capire quando si attiva e perché, per arrivare a conoscere una parte in più di noi stessi, troppo spesso lasciata sola e di cui ora è importante prendersi cura!