Diventare genitori è una grande e faticosa sfida, non genera solo emozioni piacevoli ma può anche essere fonte di paure e sentimenti di inadeguatezza, che spesso destabilizzano e fanno nascere tante domande. È importante dirlo, perché la nostra società fatica un po’ ad accettare l’ambivalenza e che quindi una stessa situazione possa avere aspetti positivi e rassicuranti ma anche ansiogeni e destabilizzanti.

In generale, il cambiamento è faticoso, disorganizza e necessita di una successiva fase di riorganizzazione. Diventare genitori comporta una modificazione dell’identità personale e di coppia, oltre che delle abitudini di vita e del corpo della donna. Tutto ciò pone la persona davanti a tante domande e paure, riguardo:

  • L’immagine di sé, nel passato e nel presente: che sogni avevo da piccola/o? Sarò in grado di comprendere i bisogni di mio figlio/a?
  • L’immagine del partner: sarà un buon genitore? Come cambierà il rapporto con il mio compagno/a?
  • L’immagine dei propri genitori, con cui ora si condivide il ruolo: che genitore sarò? Assomiglierò ai miei genitori? In cosa sarò diverso?

È importante tenere a mente che una volta diventati genitori non si smette di essere figli e soprattutto partner; i diversi ruoli infatti non dovrebbero escludersi a vicenda ma integrarsi. Per questo motivo mantenere delle abitudini o concedersi dei momenti romantici, come una semplice cena, aiuterebbe la coppia a continuare a viversi come tale. Altrimenti, il rischio che si corre è quello di mettere da parte o annullare una delle parti di sé: invece, per vivere al meglio la genitorialità bisognerebbe essere felici e realizzati anche come individui!

Cosa fare?

Fondamentale è condividere con il/la partner dubbi e paure ma anche speranze e sogni, e soprattutto le aspettative riguardo il figlio. Quasi tutti, quando sono in attesa, immaginano il nascituro, fisicamente o caratterialmente, costruiscono l’immagine nel figlio ideale, che andrà poi a confrontarsi (a volte scontrarsi!) con quello del bambino reale. Condividere questi pensieri con il partner può essere utile per superare eventuali delusioni delle aspettative, che sono del tutto normali ma vanno riconosciute per poterne poi costruire altre più realistiche e che tengano conto dell’individualità e unicità del piccolo.

Inoltre, è importante normalizzare le emozioni ambivalenti: felicità di avere un figlio, ma anche paura di non essere all’altezza, fino ad arrivare alla rabbia perché quel giorno si è stanchi e non si sente di avere le forze per prendersi cura del bambino. Spessissimo i genitori si sentono in colpa e inadeguati: “non dovrei sentire questa rabbia verso mio figlio, che madre sono?”. In realtà sono emozioni condivise, ed è importante parlarne per poterle normalizzare e gestire. Certamente, se la rabbia dovesse raggiungere livelli molto elevati, durare per un periodo di tempo abbastanza lungo o tradursi in azioni distruttive sarebbe giusto rivolgersi ad un professionista che possa aiutare a comprenderne l’origine. Nel caso in cui ti riconoscessi in queste difficoltà puoi contattarmi cliccando qui.

Diventare genitori è sicuramente un’esperienza meravigliosa ma anche faticosa e riconoscere che queste difficoltà esistono, che è normale continuare ad avere desideri e sogni propri, al di là del figlio, aiuterebbe a diminuire eventuali sensi di colpa per agire con più serenità

…in quello che viene considerato il lavoro più difficile del mondo!